LA GIOIA DI VIVERE – 10/10 SFIDE CONTEMPORANEE – BIODANZA
Giornata Internazionale della Biodanza / 19 aprile 2020
di Moreyba Santana Rodriguez
Quando mi è stata offerta la possibilità di tenere questa conferenza sulle attuali sfide che stiamo affrontando e su come Biodanza possa far parte di un cambiamento sociale, la prima idea che mi è venuta in mente è stata la GIOIA DI VIVERE. In primo luogo, perché è un argomento al quale, in un modo o nell’altro, sono stata vincolata per tutta la vita (professionalmente, tra le altre cose). In secondo luogo, perché mi sembra fondamentale che possiamo mantenere o recuperare questa gioia in questi momenti e nei tempi a venire.
E non potrei iniziare un discorso sulla gioia senza iniziare a parlare della tristezza, perché se è una sfida connettersi con la nostra gioia di vivere, un’altra sfida non da meno è imparare di nuovo a vivere la nostra tristezza.
Alcune ricerche mostrano come gran parte delle persone giudicano se stessi per avere emozioni che considerano “cattive”, concedendosi solamente quelle che considerano legittime. La tristezza, la rabbia, la paura, il dolore non hanno posto nel nostro vivere quotidiano, tuttavia sono lì, ed è del tutto valido e normale che lo siano. Stiamo vivendo un momento di perdite: di persone vicine, di lavoro, di sicurezza, di libertà, di certezze, di contatto, … Negare a noi stessi queste “cattive” emozioni e non cercare il modo più appropriato per esprimerle, può contribuire al loro rafforzamento o che si esprimano in modo malsano. In questi momenti è importante dare a se stessi il permesso di sentire, e anche, di cercare il contenimento affettivo di persone significative, quelle capaci di trasformare le parole in abbracci.
Tornando alla gioia di vivere, è un tema molto presente in Biodanza ed è collegato all’integrazione tra pensiero-emozione-azione. Può sorgere quando esiste un’espressione coerente, non stati forzati. In questo senso, voglio ricordare un concetto fondamentale in Biodanza che è “progressività” (dentro e fuori le sessioni).
Può darsi che in questi tempi l’emozione prevalente non sia la gioia, né che le esperienze preponderanti siano di benessere, ma è importante concederci del tempo affinché, a poco a poco, questo cambi. Può anche accadere che la prossima volta che incontriamo qualcuno abbiamo paura di abbracciarci, che il corpo senta tensione o che il nostro abbraccio effusivo venga respinto dall’altra persona ed è essenziale rispettare la progressività. In questo senso, c’è una citazione di Rolando Toro che, a me personalmente, genera gran tranquillità e fiducia, che siamo sulla strada di una trasformazione positiva:
“Credo che l’evoluzione della nostra specie sarà contrassegnata da una modifica essenziale delle strutture che generano sofferenza, per essere sostituite da quelle che generano felicità. Biodanza intende introdurre questa variabile modificando i microsistemi sociali, nel senso di ristabilire il legame originale tra danza, incontro e felicità, movimento-gioia, movimento-amore. Se siamo nello spirito della vita, possiamo essere certi che la felicità è una condizione intrinseca dell’esistenza (…)”
Ed è difficile definire la “gioia di vivere” come concetto, ma quelli di noi che fannno Biodanza, probabilmente l’hanno sentita in una o in molte occasioni. Potremmo dire che, più che uno stato di euforia, è una gioia serena, una sensazione di armonizzazione, che ha a che fare con una percezione cenestesica (sensazione diffusa che percepiamo dei nostri organi interni e che fornisce una conoscenza più o meno consapevole dello stato generale del proprio corpo). Questo ci collega al concetto, proposto da Rolando Toro, dell’Inconscio Vitale, cioè lo “psichismo” delle nostre cellule, che crea regolarità e tende a mantenere funzioni stabili.
Tra i modi in cui propone di accedere all’Inconscio Vitale e così poter modificare l’umore endogeno, il benessere cenestesico e la salute in generale, ve ne sono alcuni che anche in questi giorni di confino possiamo mettere in pratica.
Eccone alcuni esempi personali:
– Víncolo con la natura: osservare le nuvole e i cambi di colore del cielo durante il giorno, prendersi cura delle piante, far germinare dei semi, ecc.
– Carezze ed erotismo: massaggio dei piedi, ecc.
– Alimentazione: cucinare e mangiare cibi sani e deliziosi, ecc.
– Giochi, buonumore e risate: in questa sezione mi soffermerò un po’ di più per spiegarlo più dettagliatamente.
Dalla psicologia, le indagini di García Larrauri e del suo team propongono un modello di Senso dell’Umorismo con una visione più ampia di ciò che colloquialmente potrebbe essere associato a “una persona con umorismo”. Un sano senso dell’umorismo può essere uno strumento prezioso di autoprotezione per affrontare efficacemente lo stress. È composto da quattro dimensioni correlate, che si rafforzano a vicenda e che possono essere possedute a diversi livelli.
Garcìa Larrauri nel suo libro “Programma per migliorare il senso dell’umorismo”, propone alcune linee guida da sviluppare o rafforzare:
1) – Creazione o generazione dell’umore: insieme di strategie per percepire le relazioni in modo insolito e comunicarle in modo tale da provocare risate o sorrisi negli altri.
– Incoraggiare l’ingegnosità e la creatività nella vita quotidiana.
– Generare situazioni divertenti e condividerle.
2) – Apprezzamento dell’umorismo e godimento della vita: insieme di strategie per
prendere la vita sul serio ma con “tocchi d’umorismo”, pensare positivo, apprezzare e
godere dell’umorismo generato dagli altri, ridere di se stessi e godere delle situazioni
quotidiane.
– Leggere fumetti, guardare film umoristici.
– Evocare ricordi piacevoli
3) – Gestione ottimistica dei problemi: insieme di strategie per affrontare fallimenti, difficoltà o contrattempi senza sprofondare, mantenendo l’ottimismo nonostante le preoccupazioni e trovando soluzioni umoristiche alle situazioni negative
– Relativizzare i piccoli problemi quotidiani.
– Vedere gli errori come opportunità di apprendimento, per esempio Thomas Alva Edison, che dopo numerosi tentativi falliti per inventare la lampadina disse: “Non ho fallito, ho solo scoperto 999 modi di come non fare una lampadina”.
4) – Creazione di relazioni positive: insieme di strategie per relazionarsi e comunicare in modo efficace attraverso l’umorismo.
– Uso di un linguaggio positivo: espressioni affermative.
– Lodare ciò che viene fatto bene.
– Importanza della qualifica. La psicologia positiva, con Martin Seligman come rappresentante principale, focalizza la sua attenzione sugli aspetti luminosi dell’essere umano. Dall’Istituto di Ricerca Happines è stata recentemente avviata una ricerca chiamata “Happiness in the Age of Coronavirus” (Felicità nell’era del Coronavirus) che è uno studio longitudinale il cui obiettivo è esplorare l’impatto della pandemia sul benessere umano e sulle azioni da fare per mitigare gli effetti negativi sulla nostra salute mentale. La metodologia consiste nel realizzare ripetutamente questionari online in cui vengono poste domande sulla frequenza dei vari stati emotivi e sulle diverse azioni svolte nella vita quotidiana.
Un aspetto che vorrei sottolineare è che, tra le azioni, l’unica che coinvolge il corpo è: “Quanto spesso hai eseguito un esercizio fisico moderato o intenso?”, Ma in nessun momento si chiede se hai ballato o ascoltato musica.
Vorrei citare di nuovo Rolando Toro per evidenziare l’importanza della connessione tra questi due aspetti fondamentali, danza-gioia:
“La danza è l’espressione della nostra legittima gioia di vivere. Ogni persona, magari senza tanto rendersene conto, sta `danzando la sua vita’.”
E come propone Rolando Toro, “un miglioramento è impossibile se non è incorporato nel corpo”, essendo la danza il modo diretto di accedere alla nostra identità. Riprendendo le basi del modello teorico di Biodanza, come ha osservato nelle sue prime esperienze, le musiche stimolanti, con ritmi allegri, aumentano il giudizio sulla realtà ed elevano l’umore endogeno. Quindi qui vi ricordo l’importanza di qualcosa che, attraverso Biodanza, abbiamo sperimentato così tante volte, l’uso delle musiche e delle danze per modificare il nostro stato interno.
Le Neuroscienze ci mostrano che il movimento non è solo il momento finale di un processo, ma che è strettamente legato all’elaborazione della realtà, attraverso l’unione movimento / percezione / cognizione / emozione.
Di seguito, voglio citare, senza soffermarmi troppo, le ricerche di P. Namburi (2015) in cui è stato scoperto che i circuiti cerebrali che controllano le esperienze positive e negative sono collegati e possono annullarsi a vicenda. In questo modo, le attività piacevoli, oltre ad essere positive in se stesse, rafforzeranno i percorsi neurali legati alle esperienze positive, e questo consentirà loro di funzionare più rapidamente e automatizzare la loro attivazione, inibendo così l’azione dei circuiti di dolore.
Ho iniziato a parlare della “gioia di vivere” legata all’Inconscio Vitale, eppure le proposte che condivido derivano da una decisione cosciente di fare qualcosa per modificarlo, quindi propongo la riflessione: come si collega il conscio all’inconscio?
Tornano alla mia mente quei momenti che forse abbiamo vissuto (o che qualcuno ci ha raccontato) in cui ci sentiamo male e non vogliamo andare al gruppo settimanale di Biodanza. In quel momento, la scelta finale di andare a partecipare dipende in gran parte da una decisione consapevole, ma gli effetti che si verificano accadono principalmente a livello dell’inconscio e finiamo per pensare/sentire “meno male che sono venuto/a!”.
Vorrei concludere evidenziando il valore intrinseco della gioia nella nostra vita quotidiana. Spetta ad ognuno cercare strumenti, situazioni, persone e momenti che ci stimolino a gustarci e goderci la vita in tutte le sue possibilità. In questi giorni, e in quelli che verranno, scegliere la gioia è una decisione che, molte volte, passa attraverso la coscienza e richiede un’intenzione. Tuttavia, il suo effetto raggiunge gli strati più profondi dell’inconscio, stabilendosi nelle nostre cellule e modellando ciò che, anche senza saperlo, ci rende ciò che siamo veramente.
Finisco citando Rolando Toro, accanto alla frase di una vignetta del noto fumettista argentino Ricardo Siris noto come Liniers, che contiene ciò che ho cercato di esporre durante questa conferenza:
“Imparare a godersi tutti i piccoli e grandi piaceri
che la vita fornisce è l’apprendimento più importante”
SCARICA QUI LA CONFERENZA COMPLETA IN PDF:
Moreyba Santana Rodriguez
moreyba@gmail.com
Didatta e Coordinatrice della:
SCUOLA BIODANZA ORIGINAL Madrid
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