INCERTEZZA – 10/10 SFIDE CONTEMPORANEE – BIODANZA
Giornata Internazionale della Biodanza / 19 aprile 2020
di Armando Montanari
La sfida impossibile che tento in questo spazio di tempo è di cercare di farci amare l’incertezza.
Iniziamo dal significato della parola. Composta: suffisso “in” negativo e certezza da latino “certus”. Sicuro, duplice valenza: oggettiva (quando la situazione è incerta) e soggettiva (quando sono io per mancanza di informazioni).
Scelto bene l’ argomento. Ci sembra insopportabilmente presente. La stiamo trovando dovunque. Anche nei luoghi e tra le persone istituzionalmente deputati a combatterla.
Politica, Religione, Scienza. Potremmo persino dire che impazza non l’incertezza ma la confusione. Ma facciamo un passo indietro. La cattiva fama dell’incertezza ha fatto sì che tutta la storia dell’umanità può essere raccontata come il lungo e difficile tentativo di esorcizzarla, di cacciarla e di eliminarla.
Religione, filosofia, istituzioni politiche, tecniche (agricoltura, industria, servizi). Perché questa costanza e persistenza? Credo perché interpella l’emozione più potente e diffusa del nostro repertorio. La paura e anche l’istinto fondamentali. Di fronte ad ogni avvenimento dobbiamo decidere rapidamente se è una minaccia o un’opportunità, se lottare o fuggire. Per queste sfide noi siamo ben attrezzati: sistema veloce/lento marcatore somatico (Damasio).
Qui però incominciano ad entrarci alcune parole astratte che poi impattano sui nostri valori. Verità? Mistero? Libertà? Determinatezza indeterminatezza? Essere? Divenire? Coscienza? Mondo?
In questa lotta o guerra contro l’incertezza per arrivare alla contemporaneità sono state sviluppate più riflessioni.
Ne cito alcune:
– F. Knight (economista): incertezza – rischio misurabile
– Baumann (sociologo): esistenza liquida
– Filosofia: pensiero debole
– Narrazioni: Harari Homo Deus
Ironia della realtà. Mentre stiamo celebrando il rito dell’onnipotenza umana si presenta un pericolo che sembra insignificante: un virus (lat. veleno) entità biologica con caratteristiche di parassita obbligato, in quanto si replica esclusivamente all’interno di cellule di altri organismi. Possono infettare tutte le forme di vita. Sono poco conosciuti. 1892 Ivanovsky scopre un virus che infetta il tabacco. Ne abbiano descritti circa 5000. Abbiamo terapie per pochissimi. Sono milioni di tipi. Entità biologica più abbondante sulla terra. Quando non si trovano all’interno di una cellula infetta (o stanno per infettarne una) i virus esistono in forma di particelle indipendenti ed inattive. Queste particelle (virioni) sono costituite di 2 o 3 parti. Materiale genetico (DNA, RNA), rivestimento proteico (capside), sacca di lipidi (quando fuori cellula). Hanno forme molto diverse. Maggior parte dei virioni sono invisibili microscopio ottico. Media dimensione è ca. 1/100 dimensione media batteri. Non è chiaro come si sono evoluti.
Torniamo al presente. Cosa sappiamo di Covid 19? Poco sulle questioni importanti: trasmissione contagio, tipologia contagiati, sviluppo patologico, mortalità, asintomatici, immunità acquisita; continuamente riceviamo notizie contrastanti o contraddittorie. Di fatto ne sappiamo ancora poco. Però di fronte all’emergenza bisogna agire. Anche i provvedimenti di contenimento sono diversi, con grado di successo molto variabile. Sostanzialmente una grande confusione. I provvedimenti cambiano continuamente, seguendo i pareri dell’ultimo esperto, che poi si dimostrano errati, inefficaci o persino dannosi. Eppure bisogna fare e decidere. Stiamo cercando di uscire dal tempo in cui il medico doveva scegliere, per la scarsità di risorse disponibili, chi condannare e chi tentare di salvare. Ci stiamo approssimando ora alle scelte, persino più difficili per il numero di persone coinvolte, se rischiare di morire di Covid o di fame. Altra necessità drammatica è se è peggiore il rischio d’impazzire per il cambiamento delle condizioni di vita o per il virus. Dove ci lascia tutto questo? Che dovremo continuare a fare scelte ed azioni per le quali non ci sentiamo preparati, in condizioni di incertezza normalmente considerate insopportabili.
Facciamo ora un cambiamento di punto di vista. E noi biodanzanti, come ci troviamo in questa situazione? E’ da tempo che l’illusione di aver incontrato la formula magica per cambiare il mondo e trasformarlo in paradiso è caduta. Non esiste formula magica ma siamo consapevoli che in qualche modo il nostro piccolo contributo non è senza valore, come P. Rabhi ci ricorda con l’immagine del colibrì. Ma i nostri attrezzi per intervenire sulla realtà: danzare, abbracciarci, prenderci per mano, baciarci sono diventati gesti criminali. Siamo diventati agenti della pratica antisociale per eccellenza, propagatori di contagio, untori. Come possiamo sopravvivere a tutto questo?
Provo ad abbozzare qualche spunto di riflessione, non perché credo di aver trovato soluzioni, ma perché pieno di dubbi desidero stimolare la vostra fantasia e la vostra creatività a formulare proposte. Credo innanzitutto che dovremo immaginare una strategia in due tempi almeno. La prima esigenza immediata penso sia quella di resistere. In questa fase dobbiamo riconoscere di essere dei privilegiati e mostrarci grati per questa condizione. Abbiamo accumulato un tesoro di legami, di relazioni, facciamo parte di una rate di cuori, che anche ora possiamo coltivare. I mezzi tecnici che ci sembravano freddi e senza anima, possono essere resi vivi e palpitanti se lo desideriamo e li colmiamo con con la nostra passione e la nostra tenerezza. Siamo ben attrezzati per questo. La nostra solidarietà, la nostra vicinanza prescinde dallo spazio fisico, la nostra capacità di riconoscere ed esprimere i nostri sentimenti sono rimasti intatti. Quindi resistere senza perderci. Poi, col tempo, son sappiamo quando, entreremo in una fase differente. Qualche forma d’armistizio sarà raggiunta tra l’umanità ed i virus, almeno per convivere se non per collaborare, come già altre volte è capitato. E allora dovremo essere pronti. Sarà il momento della trasformazione. L’incertezza ci stimolerà. Tutti noi siamo chiamati a partecipare. La fantasia e la creatività ci appartengono. Coltiviamole ed esprimiamole. Un mondo migliore è possibile, rendiamolo reale.
Anche istituzioni non famose per la loro flessibilità, stanno cambiando ed adattandosi. Possiamo riuscirci anche noi. Molti spunti sono stati e saranno suggeriti in questa giornata. Altri ne verranno.
Io vorrei concludere leggendo alcune righe di Rolando Toro che mi sembrano particolarmente appropriate e preveggenti:
“Di fronte al terrore delle origini, di fronte alla solitudine inesorabile dell’infinito, gli esseri umani cercano una risposta guardandosi negli occhi. Le nostre esistenze non sono lasciate al caso come delle meteoriti ardenti nello spazio concavo, bensì nascono dalla ninfa millenaria del grande creatore della vita, dell’utero cosmico che si nutre e respira con l’amore degli elementi. Nella luce delle origini, nella radura paradisiaca della realtà, noi ci cerchiamo reciprocamente”.
SCARICA QUI LA CONFERENZA COMPLETA IN PDF:
Armando Montanari
Operatore Titolare Didatta
co-Direttore Scuola Biodanza SRT di Torino
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