Infodemia
Trump no/Biden sì Biden no/Sanders sì
Conte sì/Renzi no Renzi sì/Salvini no
Siamo tutti diventati tifosi sfegatati di qualche squadra, per cui accapigliarci.
Anzi, persino peggio, incoraggiati dai dibattiti TV, siamo tutti diventati opinionisti violenti, sul modello Sgarbi.
Così, mentre siamo minacciati dalla pandemia, ci siamo gravemente infettati della infodemia.
E ci sentiamo investiti della missione di difendere la nostra opinione contro tutte le altre.
E più lo facciamo in modo arrogante ed irrispettoso dell’altro, tanto più ci sentiamo bravi e realizzati.
Così nulla ci ferma più.
Possiamo dire la nostra su qualsiasi argomento ed abbiamo anche la pretesa di farci ascoltare.
Il consiglio di Ludwig Wittgenstein “su ciò di cui non si può parlare, si deve tacere” ci sembra un’offesa diretta alla nostra persona.
Questo atteggiamento per di più, contagia ormai anche i luoghi da noi frequentati.
Sembra che non riusciamo più a liberarcene.
E non intendo solamente spazi fisici, ma anche quei luoghi di aggregazione che originalmente creiamo per il desiderio di condividere.
Ma che presto, questi luoghi, si trasformano in chiese, dove una guida si sente investita della missione di condurci alla verità.
Diventiamo così fautori, più o meno consapevoli, del “Grande Inquisitore” che, come ci racconta Ivan Karamazov, al ritorno del Cristo sulla terra, per donare la libertà all’umanità provata, si oppone per proteggerci dal peso delle scelte. E lo condanna nuovamente a morte, poiché l’umanità non è in condizione di ricevere il suo dono troppo impegnativo: la facoltà di scegliere.
Eppure, noi biodanzanti, qualche antidoto avremmo dovuto riceverlo.
L’incontro dell’altro, il suo ascolto, il suo svelarsi, la sua epifania, appartengono alle buone pratiche cui ci siamo a lungo dedicati.
Basta così poco per dimenticarle?
Quel cambiamento di valori da noi tanto auspicato, dove è finito?
Può infrangersi alle prime difficoltà che incontriamo sul nostro sentiero?
E certo non sarà lo studio di qualche nuova proposta per adottare dei codici di comportamento adatti che ci salverà.
Le norme morali non fanno che offrire a chi le vuole infrangere, utili occasioni di nascondersi dietro formalistici atteggiamenti rispettosi.
Senza un vero ricupero di coscienza etica, non c’è speranza di evitare i disastri che sempre più evidentemente ci circondano.
E solo partendo da qui possiamo sentirci autorizzati, anzi incoraggiati a prendere posizione, a schierarci ed a testimoniare i nostri valori.
Anche a difenderli coerentemente con la gerarchia degli stessi, che ci guida e rispettandoli a nostra volta, durante il confronto con l’altro.
La luce per illuminare il nostro cammino comunque, non ci sarà fornita da qualche guida provvidenziale, ma dovremo faticosamente trovarla dentro di noi.
Forse ora è meglio che mi taccia.
E lo faccio con un’ultima raccomandazione arrivataci da Zenone da Cipro: ”Abbiamo due orecchie ed una bocca, quindi dobbiamo ascoltare, più che parlare”.
Allora prima eventualmente di continuare, resto in attesa dei vostri commenti e delle vostre condivisioni.
Armando Montanari
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