Assistenti Sociali che lavorano con fluidità rinforzano se stesse e i loro utenti.

Il Servizio Sociale Comunale era stato sottoposto ad una serie di cambiamenti organizzativi, che implicavano una nuova modalità operativa delle singole Assistenti Sociali e la ricostituzione di un nuovo gruppo di lavoro.

La riorganizzazione dei servizi sociali del Comune di Milano: spunti per affrontare il cambiamento

Le trasformazioni attuate, a volte troppo veloci a volte troppo lenti, hanno imposto un affaticamento degli operatori coinvolti.

Tutti i cambiamenti danno origine a stress e richiedono uno sforzo aggiuntivo che a volte può essere eccessivo e quasi sempre lo si vive come tale.

Tale stress si aggiunge all’affaticamento specifico di chi lavora con persone portatrici di sofferenze e dolori.

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Per questo Carla Toffanello ed io abbiamo elaborato un intervento che, tenendo conto della situazione attuale della organizzazione e del tipo di lavoro dei destinatari, potesse essere di aiuto per affrontare una serie di nodi problematici  specifici.

Inizialmente la proposta è stata accolta, con un po’ di perplessità e curiosità da parte della Direzione. Le Operatrici interessate l’hanno accolta con attenzione e comprensione di quanto avrebbero incontrato durante le sessioni.

Tutti hanno condiviso la proposta di un intervento specifico che tenesse conto delle necessità delle operatrici e dell’Organizzazione nel suo complesso.

Come si è svolto l’intervento:

La preparazione del progetto è stata condivisa con una Assistente Sociale Professionale ed una Pedagogista, entrambe con una lunga e qualificata esperienza nell’ambito delle professioni d’aiuto e della formazione.

Le due professioniste, inoltre,  hanno seguito l’andamento del progetto per validarne gli obiettivi e orientare l’intervento, se necessario.

La prima proposta è stata vagliata, oltre che dai responsabili dei servizi, anche con due un Focus Group realizzati in due distinti gruppi di lavoro. Sono stati presenti le Coordinatrici e le  Assistenti Sociali delle due Zone che hanno aderito alla proposta. Tali incontri ci hanno permesso una prima revisione dell’offerta formativa – esperienziale. La proposta iniziale è stata così rivista e  personalizzata sulla base di quanto emerso.

Sono state previste due verifiche: una a metà del percorso ed una alla fine.

Tema dell’intervento:

Si è convenuto che il tema unificante dell’intervento formativo sarebbe stato: “Lavorare nel flusso”.

Assistenti Sociali_lavorare nel flusso_incontrarsi

Il progetto “Lavorare nel flusso”  ha lo scopo di creare un contesto accogliente e propositivo per poter “ far esprimere”, “far danzare”,   ma  anche per dare spazio alla creazione di relazioni affettive tra le Assistenti Sociali, capacità indispensabile ai professionisti della relazione di aiuto. 

Dopo pochi incontri le Assistenti Sociali  hanno condiviso il nostro punto di forza su cui puntavamo:

se una volta alla settimana si può esperire questo flusso positivo in un contesto di gruppo accogliente, supportante, e senza giudizi, siamo certi che:

  • si genererà un effetto positivo di benessere nel proprio lavoro;
  • lo stress si ridurrà negli operatori;
  • aumenterà la soddisfazione nel lavoro.

Biodanza nelle professioni di aiuto.

Con Biodanza si sviluppano quelle abilità personali e sociali già presenti negli individui che sono state a volte  inibite o poco sviluppate.

Queste abilità servono essenzialmente alla persona ed alla società, ma hanno un ruolo molto importante nelle professioni di aiuto costituendone un bagaglio professionale imprescindibile.

Nel lavoro sociale, troppo spesso, la sofferenza con cui si entra in contatto contagia l’operatore che tende a “rinchiudersi” in un abito “razionale/professionale” che nega i sentimenti, li interpreta come “disturbanti della professionalità”.

Ma il dialogo con le proprie emozioni è ormai, fortunatamente, riconosciuto come essenziale per la stessa comprensione della persona che si vuole aiutare.

Nella “cassetta degli attrezzi” dell’operatore sociale non possono mancare le abilità connesse alla relazione.

Gli esercizi e le sessioni di Biodanza stimolano l’unità psicofisica della persona, la sua vitalità, la capacità di relazionarsi con empatia alle altre persone e di connettersi positivamente al gruppo di appartenenza. In una parola aiutano l’essere umano, che è una creatura relazionale e sociale, a sviluppare le sue capacità personali.

Assistenti Sociali_Costruzione del gruppo

Attraverso esercizi che coinvolgono tutta la persona nel qui e ora, in modo globale e fluido si ristabiliscono gli equilibri interni che permettono, a chi svolge un lavoro di aiuto, di restare integro, e coerente nel rapporto spesso doloroso e problematico che si ha con chi è in grave difficoltà o emarginazione.

Ogni singola sessione, inoltre, fornisce l’occasione di rilassarsi e trovare una maggiore connessione con se stesso, determinante per la riduzione dello stress da lavoro.

 

ASSUNTO DI BASE:

Il lavoro  è “fluido” quando coinvolge:

  • La competenza.
    il lavoro ci permette di esprimere le nostre capacità, la nostra competenza Si tratta di un impegno che libera energia, sviluppa ulteriori capacità, e permette di esprimere la nostra creatività nella ricerca delle soluzioni adeguate.
  • Il principio del piacere/benessere
    durante il lavoro ci si trova in una condizione per cui lo sforzo che si fa è piacevole e non “succhia energie”. Anzi può
    offrire benessere nell’impegno lavorativo perché ti fa contattare la parte “giocosa”,  vitale , cioè quella che dona soddisfazione,  che fa vivere quel sentimento di approvazione delle nostre capacità, che riconosce l’autostima personale.
  • I valori
    il fine, o anche solo gli scopi
    che si perseguono rispondono ai nostri valori di base, danno un senso, un significato al nostro lavoro.

Biodanza e fluidità nel lavoro:

Vediamo insieme come la Biodanza agisce su queste tre componenti del lavoro fluido tenendo conto che

  • gli esercizi hanno una componente esperienziale solo positiva legata alla musica e al movimento.
  • Il vissuto effettivo generato dagli esercizi è in seguito sperimentato e diffuso, anche nell’ambito del proprio lavoro e della propria persona.

In Biodanza si esperimenta, tra le altre cose,:

  • l’empatia, la capacità di ascoltare l’altro, di comprenderne i “movimenti interiori” o, almeno, di disporsi nella condizione di poterlo fare.
  • Il feed-back, la capacità di relazionarsi ascoltando l’altro ed esprimendo le proprie condizioni, con reciprocità.
  • Il rispetto, per se e per gli altri, inteso come consapevolezza dei tempi e dei modi che ognuno ha di esprimere le proprie potenzialità, senza l’attesa di una performance precostituita e senza giudizio sulla competenza di ogni partecipante.
  • Il gruppo che collabora, che sostiene, rinforza, permette il confronto costruttivo e consente la libertà espressiva.
  • Consapevolezza di sé e degli altri, in assenza di giudizi che cerchino la colpa come strumento per rinforzare le proprie competenze, per consolidare relazioni costruttive. Tale consapevolezza è strumento ancora più necessario in una fase di riorganizzazione in cui il quadro di riferimento organizzativo non è stabile.
  • Rinforzo del proprio ruolo nel gruppo,
  • Rinforzo della propria autostima e determinazione, entrambe necessarie per sostenere rapporti di lavoro costruttivi e sani con i colleghi e con gli utenti.

Assistenti Sociali_Danzare con piacere e in libertà nel gruppo

La guida per l’azione deve vedere insieme con il “principio di realtà” l’attenzione al benessere organizzativo che si esplica attraverso il “principio del piacere” che è l’opposto dello stress.

In questo percorso di Biodanza è stato sperimentato:

  • l’autoregolazione come processo che favorisce stati di alternanza tra attività e riposo con lo scopo di produrre benessere psicofisico.
  • la fluidità come la capacità di fluire per trovare diverse soluzioni e risposte alle difficoltà.
  • La comunicazione affettiva attraverso il feed-back.
  • Il rispetto reciproco fondato sul rispetto di sé.
  • La relazione di attenzione e di sostegno all’altro
  • L’uguaglianza nel rapporto
  • La solidarietà tra componenti di un gruppo
  • La ricerca del bello e del piacevole che c’è nelle relazioni positive
  • L’esperienza di una conoscenza fondata sulla affettività e non solo sulla razionalità.

Questa offerta formativa, per le Assistenti Sociali,:

  • È stato un momento di “recupero delle forze” che, con leggerezza e fluidità, ha fatto riconquistare un po’ di quella energia personale, relazionale e lavorativa che si è sacrificata per il cambiamento che sta avvenendo.
  • È stato un momento formativo che ha fatto esprimere e riflettere sulle abilità relazionali indispensabili in un lavoro di aiuto.
  • Ha consentito di accelerare la formazione del nuovo gruppo di lavoro.

CONSIDERAZIONI FINALI

L’esperienza è stata condotta con tre distinti gruppi di lavoro di Assistenti Sociali (due gruppi specifici di due  Zone ed uno di Assistenti Sociali di più Zone) per almeno 8 incontri ciascuno e ha visto alla fine tre ulteriori incontri collettivi di tutti i partecipanti.

Un ultimo incontro collettivo si è avuto a distanza di tre mesi per rinforzare le abilità acquisite o recuperate e per verificare quanto fosse rimasto degli incontri svolti.

Due punti essenziali sono emersi con forza:

  1. la piena soddisfazione per l’esperienza vissuta (“bisognerebbe che questi incontri fossero obbligatori per tutti”);
  2. la richiesta di un lavoro continuo di rinforzo attraverso la Biodanza.

Da parte nostra abbiamo rilevato che questi incontri hanno costituito una ottima occasione per

  1. il rinforzo dell’identità personale,
  2. il rinforzo delle relazioni professionali e
  3. il miglioramento del lavoro di gruppo.

Una attesa nostra era riferita alle ricadute della relazione con gli utenti, ma i benefici delle acquisizioni e conoscenze avute non sono stati evidenziati con decisione se non da poche Assistenti Sociali.

Rimane ancora inesplorata la validità del rinforzo mensile richiesto, che a nostro parere, sarebbe stato molto opportuno.

Carla Toffanello e Salvatore Mirante.


Salvatore Mirante

Maestro di Biodanza e Tutor, mi sono sempre interessato degli aspetti comunitari, collettivi del metodo della Biodanza. Il gruppo e la sua vitalità, la sua personalità come focus continuo per intervenire nelle organizzazioni e nei gruppi di utenti specifici. Oltre ad aver condotto per alcuni anni un gruppo settimanale ho condotto, quasi sempre in co-conduzione, interventi per le professioni di aiuto (Assistenti Sociali ed Educatrici) e per gruppi di genitori con problematiche specifiche come la genitorialità di persone LGBT.

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